
Prima dell’entrata in vigore della legge 56/1989 che ha regolamentato la professione dello psicologo e dello psicoterapeuta, l’esercizio, gli strumenti e le tecniche della cura psicologica della persona non erano ben definiti nè facilmente condivisibili nel panorama scientifico nazionale e internazionale. La legge, pubblicata nella Gazz. Uff. 24 febbraio 1989, n. 46, S.O., ha dunque differenziato le due diverse aree professionali, definendo:
la professione di psicologo come la pratica che “comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito“.
l’attività psicoterapeutica come pratica “subordinata ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all’articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica. […] Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica“.
Se la laurea in psicologia consente di acquisire le nozioni utili ad inquadrare gli sviluppi della disciplina nei suoi diversi approcci alla clinica, alla ricerca e all’intervento sul sociale, la specializzazione in psicoterapia consente di approfondire il metodo di cura della sofferenza mentale da un preciso vertice teorico e metodologico. Esistono, ad oggi, diversi approcci psicoterapici alla cura della sofferenza mentale (psicoanalitico, cognitivo-costruttivista, sistemico relazionale, analisi transazionale, terapia della gestalt e così via). Tuttavia, secondo Frank (1961) è possibile individuare almeno quattro caratteristiche che accomunano qualsiasi tipo di approccio psicoterapeutico: 1) una relazione interpersonale di tipo particolare fra paziente e terapeuta che comporta un’alleanza a esclusivo beneficio del paziente; 2) un luogo specifico – il setting – all’interno del quale si svolge questa relazione, luogo sicuro nel quale tutto ciò che avviene è confidenziale e distinto dal resto delle normali attività e relazioni interpersonali; 3) l’offerta, da parte del terapeuta, di nuove prospettive e nuovi modi di vedere o fare le cose diversi da quelli abituali e in grado di dare un senso a sensazioni confuse e indefinite; 4) un insieme di procedure o tecniche che specificano il modo di operare del terapeuta (Cionini, 2014).
Bibliografia
Cionini, L. (2014). La psicoterapia. In Psicoterapie, Modelli a confronto, AA.VV. (a cura di) Lorenzo Cionini. Carocci Editore.
Frank, J. D. (1961). Persuasion and Healing. John Hopkins University Press, Baltimore.