
La psicoanalisi è la matrice originaria di svariati modelli psicoterapeutici sviluppati nel corso dei decenni. A partire da Freud (che nel 1922 forniva una triplice definizione di psicoanalisi: 1- procedimento per l’indagine di processi psichici; 2- metodo terapeutico [basato su tale indagine] per il trattamento dei disturbi nevrotici; 3- insieme di conoscenze psicologiche che convergono in una disciplina scientifica), lo studio dell’apparato della mente umana (costituito da inconscio, preconscio e conscio) e del suo funzionamento è stato ampliato grazie al contributi di vari autori che hanno arricchito la teoria e il metodo ideato da Freud.
Al di là delle differenze teoriche e tecniche, tutti gli orientamenti terapeutici basati sul metodo psicoanalitico presentano dei punti in comune saldamente ancorati ad alcuni fondamentali freudiani (Bolelli & Stermann, 2015): innanzitutto il concetto di inconscio, genericamente definito come l’insieme dei contenuti mentali non presenti nel campo della coscienza; in secondo luogo, la ricerca e l’analisi di un collegamento fra il proprio mondo interno e ciò che viene espresso nella relazione con gli altri (compreso il terapeuta). Tale analisi è possibile grazie alla costruzione della relazione terapeutica all’interno di un contenitore caratterizzato da precise regole (ad es. luogo dell’incontro, cadenza e durata delle sedute, pagamento) e definito setting.
Bibliografia
Bolelli, D., Stermann, I. (2014). Le psicoterapie psicoanalitiche. In Psicoterapie, Modelli a confronto. A cura di Lorenzo Cionini. Carocci Editore.