La psicoterapia gruppoanalitica

Van Gogh – I mangiatori di patate, 1885

E’ verso la fine degli anni ‘30 che la psicoanalisi si serve per la prima volta di dispositivi e artefatti che consentono di accedere alla dimensione dell’Inconscio in situazioni di gruppo. Se a partire da Freud la psicoanalisi si è concentrata sulla cura del singolo soggetto – del suo inconscio, dei suoi conflitti e della sua soggettivazione – attraverso l’incontro con la soggettività dell’analista all’interno della relazione terapeutica duale, il lavoro pionieristico di teorizzazione di vari autori (ad es. Pichon-Rivière, Bleger, Foulkes, Bion, Anzieu, Napolitani) ha dato vita ad un’idea di gruppo come entità connotata da caratteristiche e processi specifici, anche se correlati agli individui che lo compongono: all’interno dei confini del gruppo l’inconscio si configura e si organizza diversamente che nello spazio psichico del singolo soggetto.

Lo psicoanalista francese R. Kaës ha proposto una serie di utili riflessioni epistemologiche sulla clinica gruppoanalitica, che, secondo l’autore, ha avuto accesso a quelle conoscenze sulla realtà e sul funzionamento dell’Inconscio che possono essere intelligibili solo attraverso la strutturazione di dispositivi e artefatti plurisoggettivi. L’Inconscio è attivo non solo all’interno dello spazio intrapsichico (spazio interno del soggetto singolare), ma – contemporaneamente – all’interno degli spazi interpsichici (spazio psichico tra soggetti nelle diverse configurazioni di legame: coppia, famiglia, gruppo). Infine, secondo l’autore, l’Inconscio è presente anche negli spazi transpsichici, ovvero nell’ambito di quella realtà psichica che si tramette attraverso i soggetti senza che questi siano stati direttamente attori di questa realtà, ma solo agenti di ricezione e trasmissione della stessa.

Da questi presupposti deriva che «non sono […] l’individuo, la coppia, la famiglia o il gruppo o le istituzioni ad essere gli oggetti teorici della psicoanalisi; essi sono solo i luoghi di emergenza dell’Inconscio e dei suoi effetti di soggettività. Tutti questi luoghi qualificano e specificano i processi e le formazioni di cui è costituito: ognuno di essi ne svela delle dimensioni che gli altri luoghi non contengono, ma dei quali ricevono gli effetti, producendo verso di essi le proprie azioni. La questione del soggetto (in quanto soggetto dell’Inconscio) e quella dell’intersoggettività (in quanto formazione e processo dell’Inconscio tra soggetti) sono da pensare secondo questa priorità» (Kaës, 2016, p. 48).

Bibliografia

Kaës, R. (2016). L’estensione della psicoanalisi. Per una metapsicologia del terzo tipo. Franco Angeli, Milano.